È in fase di avvio una raccolta di documentazione videoregistrata delle esperienze e delle vicende dei recuperanti trentini che nel corso della loro vita si sono dedicati alla raccolta di materiali e residuati bellici lungo il fronte della Prima guerra mondiale.
Come è stato documentato anche dal film “I recuperanti” di Ermanno Olmi, a partire dalla fine della Grande Guerra questa attività è stata assai diffusa in Trentino e praticata lungo tutto il fronte italo-austriaco; centinaia e centinaia di persone ne hanno fatto un vero lavoro e attraverso la loro attività hanno trasmesso conoscenze e passioni alle generazioni successive. La vita di queste persone si è svolta in condizioni molto disagiate, esposta a molti rischi, a stretto contatto con i resti di una guerra lunga e devastante. Il lavoro del recuperante ha convissuto con fenomeni quali l’emigrazione, l’industrializzazione, l’abbandono delle campagne, diventando di volta in volta un’alternativa, un’integrazione, una occupazione saltuaria e di emergenza, e, infine, una passione cui dedicare il tempo libero.
A rendere interessante quell’esperienza è anche il suo perpetuarsi ed il contemporaneo mutare nel corso di decenni, nei quali si è passati dalla ricerca affidata esclusivamente all’occhio esperto e alla capacità di interpretare i segni del terreno, senza l’uso tecnologie, alla acquisizione sul campo di competenze che solo dopo molto tempo ha potuto avvalersi di strumenti quali i metal detector resi disponibili dal contesto della guerra di mine.
Tale esperienza ha rappresentato un unicum che, per quanto ancora possibile, merita di essere documentato in modo serio e sistematico.