Il cimitero si trova in luogo ameno, immerso nella natura, a circa 1500 metri di quota, a lato della strada che collega il paese “cimbro” di Luserna con il Passo Vezzena, antico confine tra Regno d’Italia e Impero austro – ungarico.
Il cimitero ha una storia piuttosto particolare: sorto alla fine del maggio 1915, subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia, fu smantellato nel 1921, con la riesumazione dei resti dei caduti sepolti e il loro trasporto nel grande ossario di Asiago.
L’area di Costalta, individuata come zona adatta per seppellire i defunti, era molto vicina agli alloggiamenti dei militari austriaci e alle infermerie. Il primo militare ad essere seppellito a Costalta fu un Landesschutze di cui non si conosce il nome; il secondo fu un soldato italiano, Salvatore Randazzo di Palermo, classe 1895, il cui corpo fu rinvenuto il 30 maggio nelle vicinanze del Forte Lusern. Il tratto di fronte Altipiani – Passo Vezzena fu pesantemente bombardato dal fuoco delle artiglierie italiane, ma le perdite austriache furono relativamente contenute: diverso fu invece il destino dei fanti dell’esercito regio, lanciati al massacro in continui assalti suicidi: nel sanguinoso attacco del 30 maggio 1915 le truppe italiane riuscirono a recuperare tutti i propri caduti e a dar loro degna sepoltura; non così nella “Battaglia del Basson” del 24-25 agosto quando il 115° Reggimento di fanteria ebbe una perdita di 43 ufficiali e 1048 uomini: di questi oltre duecento furono recuperati dagli austriaci e sepolti nel cimitero di Costalta. Secondo il racconto di Luis Trenker (libro Kameraden del Berge) i caduti italiani vennero caricati su muli e trasportati di notte al cimitero, poiché l’artiglieria italiana sparava su tutto ciò che si muoveva: e l’alpinista-scrittore descrive uno spettrale incontro notturno, una “processione orripilante” in cui gli alpini erano “cavalieri muti”, e i “crani erano spalmati di calce”, “capelli impiastricciati di sangue sfioravano il suolo”, “mani penzolavano al passo del mulo”.
Nel secondo dopoguerra si cominciò a pensare, da parte austriaca, alla ricostruzione del cimitero: a prendere l’iniziativa fu in particolare Conrad Rauch, reduce della guerra combattuta tra Luserna e Cima Vezzena. Dopo varie visite sul campo e grazie anche alla fattiva collaborazione del Comune di Luserna si arrivò al 16 settembre 1962, giorno in cui, nel corso di una solenne e partecipata adunata di ex combattenti e privati cittadini, fu eretta una croce in legno di larice, alta 3,70 metri. Sulla croce venivano scolpite le date di fondazione e dismissione del cimitero, 1915 e 1921.
La cerimonia del 1962 non aveva solo un valore simbolico: secondo varie testimonianze la riesumazione del 1921 aveva interessato solo i crani dei caduti e secondo altre “nemmeno tutti”, tanto che si poteva dire con tranquillità che il cimitero militare esisteva ancora. Quindi, per iniziativa del Gruppo alpini di Luserna, della parrocchia, dell’amministrazione comunale e con il contributo di tanti volontari, il vecchio cimitero militare di Costalta venne ripristinato con la posa di 184 croci senza nome, a ricordo di tutti i caduti, e solennemente inaugurato il 10 agosto 1986.
Conrad Rauch intanto era mancato nell’estate di due anni prima: chiaramente non poteva essere dimenticato nel momento in cui il cimitero di Costalta “rinasceva”; la stessa vedova Rauch, signora Friederika Maria Rauch-Hanusch, riceveva nell’agosto del 1996, nel decimo anniversario del nuovo cimitero di Costalta, un ATTESTATO DI BENEMERENZA, “per il rilevante contributo che Ella assieme al suo defunto marito CONRAD RAUCH ha prestato per onorare e ricordare tutti i caduti di ogni nazionalità”.