La prima parte di quest’escursione permette di visitare alcune strutture dello sbarramento italiano di Pralongo. Nella seconda parte si può scegliere di compiere un breve e facile anello che permette di rientrare subito al punto di partenza, oppure di proseguire la camminata sul sentiero delle miniere. Questa seconda opzione è consigliata solo ad escursionisti esperti, a causa della presenza di alcuni tratti esposti in cui sono necessari piede fermo ed equipaggiamento adeguato.
La stretta di Pralongo era parte della linea difensiva italiana che da cima di Mezzogiorno (gruppo di cima d’Asta) scendeva fino al Vanoi, per poi risalire verso cima Valsorda. Dall’inizio del 1916, in seguito allo spostamento a ovest dello schieramento italiano, questa zona rimase nelle retrovie. Dopo gli eventi di Caporetto, durante la ritirata sulle nuove posizioni, gli alpini si appoggiarono a questi apprestamenti difensivi per opporre una breve resistenza che servì a rallentare l’avanzata dei soldati austro-ungarici.
Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.
ITINERARIO
L’escursione parte da un ampio spiazzo che si apre sulla destra lungo la strada che da Canal San Bovo porta a Caoria. Un segnavia indica l’inizio del sentiero e un pannello informativo riassume la storia dello sbarramento.
Si comincia la salita sui tornanti della strada d’arroccamento, lungo la quale vennero trainati i pezzi d’artiglieria. In pochi minuti si arriva ad un bunker in pietra e cemento con feritoia. A destra dell’ingresso inizia un camminamento con una scalinata stretta tra alte pareti a secco: caratteristica interessante di questa parte del percorso è che ci si può spostare sia rimanendo sul normale sentiero, sia sfruttando le trincee che sono state recuperate.
Poco più in alto s’incontra un altro bunker, del tutto simile al precedente. Proseguendo si arriva ad una zona dove i camminamenti si ramificano. Se si sceglie di restare all’esterno delle trincee è necessario porre molta attenzione ai profondi solchi che attraversano il terreno. Qui è visibile un basamento in pietra per l’artiglieria contraerea. In fondo a una delle trincee sorge un piccolo osservatorio.
Giunti a questo punto si seguono le indicazioni per i masi di Pralongo e per le strutture di valle delle miniere. In una decina di minuti si arriva ai ruderi dei fabbricati di servizio degli impianti estrattivi.
Qui il percorso si divide. Chi sceglie di terminare l’escursione deve dirigersi verso i masi di Pralongo, scendendo lungo il sentiero che in una ventina di minuti porta al gruppetto di case e alla strada provinciale, poche centinaia di metri a valle del punto di partenza.
Chi invece decide di proseguire lungo il sentiero delle miniere deve imboccare la traccia in salita, che presto diventa ripida e che in gran parte si svolge su gradoni di pietra molto suggestivi, che richiedono però attenzione. Alcuni tratti sono attrezzati con cordino metallico.
In circa un’ora si raggiungono le strutture superiori delle miniere. I giacimenti di rame furono sfruttati a partire dalla fine dell’Ottocento e fino al 1943, quando le difficoltà finanziarie causate dalla guerra determinarono la sospensione dei lavori. È possibile esplorare la zona, ma bisogna farlo con molta cautela a causa dei tratti di sentiero esposti e del terreno difficile.
Da questo punto inizia la discesa, che avviene sull’evidente traccia che dai ruderi si diparte in piano verso sinistra. In un’ora di cammino si giunge a una strada sterrata, che si percorrerà in direzione sud-est fino alla provinciale. Da qui in pochi minuti si arriva al parcheggio di partenza.