Bocca di Trat e i suoi avamposti

La Rocca, vista da una postazione di Mazza di Pichea

Dall’abitato di Lenzumo in val Concei si sale con l’auto lungo la strada asfaltata verso il rifugio Pernici e Bocca di Trat. Poco prima del parcheggio, dove in corrispondenza di una piccola baita la strada curva a destra, si lascia l’auto e si prosegue a piedi.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Presso la baita si scorge un sentiero che in un quarto d’ora porta al caposaldo austriaco della Rocca. Salendo lungo un camminamento si raggiunge la trincea che percorre tutta la sommità dell’altura (1473 m). La Rocca dominava la sottostante Cima delle Coste (1093 m), occupata dall’esercito italiano, e proteggeva il settore di malga Trat. Camminando lungo la trincea si incontrano caverne e resti di postazioni; nel versante di retrovia c’erano numerose baracche e impianti a fune di cui ancora oggi si vedono i basamenti in cemento.
Visitata la Rocca possiamo riprendere l’auto e raggiungere il parcheggio posto alla fine della strada, oppure proseguire a piedi. La meta è il Doss de le Fratte, che si raggiunge dopo pochi minuti di cammino, in corrispondenza di un tornante della strada. Quest’altura, che domina la sottostante val da Vai, era stata fortificata dagli austriaci con una trincea e una postazione in caverna. Un’altra caverna, dotata di un ingresso nelle retrovie e altri tre accessi che si affacciano direttamente sulla trincea, fungeva da rifugio per i soldati lì stanziati.
Sia le trincee della Rocca che quella del Doss de le Fratte sono state oggetto di recenti lavori di recupero.
Riprendendo la passeggiata, si raggiunge malga Trat e poi, in una ventina di minuti, l’omonima Bocca. All’epoca del conflitto qui aveva sede un importante centro logistico, rifornito attraverso una teleferica che partiva da malga Pranzo. Altri impianti a fune minori rifornivano, dalla sella, le posizioni vicine.
Da Bocca di Trat è visibile il rifugio Nino Pernici (intitolato al volontario trentino caduto sul monte Mrzly), distante pochi minuti; proseguendo lungo il sentiero che sale alla Mazza di Pichea, si scorgono i resti della trincea che percorreva il versante meridionale della montagna, integrata da caverne e postazioni. Queste opere erano difese da una batteria di cannoni collocati in caverna. Una deviazione del sentiero porta alla Caverna Riccabona (30 minuti dalla Bocca), nella quale si trova una lapide che ricorda il capitano dei Kaiserjäger Ludwig Riccabona, nel 1916 comandante del settore della Bocca di Trat, poi trasferito sul Pasubio.
La visita della Rocca, del vicino Doss de le Fratte e della Caverna Riccabona richiede all’incirca 2 ore e mezza.

Una possibile variante dell’itinerario, riservata a chi è ben allenato, parte poco prima di malga Trat. Qui, anziché raggiungere Bocca di Trat, si prosegue in direzione sud lungo una strada forestale che porta al “sentiero delle vacche”. Percorrendolo in un’ora di cammino si sale sulla cresta del monte Caret, solcata interamente da una trincea. Si possono visitare le opere presenti e scendere poi a Bocca di Saval, ai ruderi di quello che all’epoca era un secondo centro logistico con baracche, caverne e un ospedale da campo. Da Bocca di Saval si prende il sentiero di retrovia lungo il quale si notano alcuni ricoveri in caverna; in un’ora circa si giunge al rifugio Nino Pernici (1660 m), costruito sui resti dei baraccamenti del centro logistico austriaco, e a Bocca di Trat. Questo sentiero è di grande interesse anche per gli aspetti naturalistici (fiori e piante) e geologici.
Questa variante richiede 3 ore ulteriori di cammino e comporta un dislivello complessivo di 450 m.


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