L’itinerario ci porta a scoprire un'area nella quale gli scontri furono particolarmente cruenti e i resti dei forti Busa Verle e Spitz Verle testimoniano la “guerra dei forti”.
Forte Spitz Verle, con i suoi 1908 m di quota, era il più alto della cintura degli Altipiani ed era per questo chiamato anche “l'occhio degli Altipiani”. Più in basso sorge forte Busa Verle, costruito tra il 1908 e il marzo 1913. Su di lui cadde il colpo che segnò l'inizio della guerra italiana. Erano le ore 3 e 55 del 24 maggio 1915.
Nei mesi successivi i tentativi di conquista furono numerosi tramite bombardamenti e attacchi di truppe che mandate allo scoperto venivano massacrate. Più volte forte Busa Verle rischiò di capitolare ma, seppur ridotto a un ammasso di rovine, riuscì ad arrivare all'inverno. Venne restaurato e servì come punto d'appoggio per la grande offensiva di primavera del 1916. Al suo interno combatterono anche lo scrittore-regista gardenese Luis Trenker e lo scrittore Fritz Weber.
Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.
ITINERARIO
Raggiunto passo Vezzena da Lavarone, si parcheggia e si prosegue a piedi per la strada asfaltata indicata col segnavia 201; in circa 15 min e 100 m di dislivello si arriva a forte Busa Verle (1504 m). Da qui si prosegue seguendo le indicazioni per malga Marcai seguendo lungo strada asfaltata. Per raggiungere la cima si può imboccare il sentiero 205 che sale ripido o proseguire per la strada fino a incontrare – all'altezza di un tornante sulla destra – l'ex-strada militare chiusa da una stanga e con cartello indicatore cima Vezzena. Lungo quest'ultima si giungere in vetta in circa 2 ore con pendenze decisamente meno impegnative.
Il panorama sulla cima è grandioso sia verso gli Altipiani sia verso la sottostante Valsugana. Proprio il versante verso quest'ultima richiede molta attenzione perché è strapiombante e numerosi sono stati in passato gli incidenti.
Il ritorno può essere fatto lungo il percorso dell'andata oppure tenendo il sentiero SAT che parte dall'ultimo tornante in salita della strada e corre in prossimità della cresta, permettendo di vedere resti di postazioni e osservatori.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
G. Pieropan, Guida alle fortezze degli Altipiani, Gino Rossato editore, Vicenza 1988
H. Dumler, Dal Monte Pasubio alle Dolomiti di Sesto. Camminando sul sentiero della Pace verso le Dolomiti, Athesia, Bolzano 2006
F. Weber, Tappe della disfatta, Mursia, Milano 2004
A. Forrer, Guida lungo la fronte austroungarica e italiana sugli altipiani di Folgaria Lavarone Luserna e Tonezza del Cimone, Ed. Manfrini, Rovereto 2003
Ten. Col. U. Fabbri, Sulle Cime, 10. Reggimento Alpini, Roma 1935