Forte Dosso del Sommo

Forte Dosso del Sommo

I motivi per scegliere questa piacevole passeggiata di mezza giornata sono numerosi. Anzitutto l'immersione nella natura, quindi la scoperta di quello che fu il forte più avanzato dal punto di vista tecnologico dell'intero complesso degli altipiani: il forte Dosso del Sommo (o forte Dosso delle Somme) che gli austriaci chiamavano invece Werk Serrada. Fu da questo forte che il 15 maggio 1916 partì il tiro preparatorio d'artiglieria della cosiddetta Strafexpedition o più correttamente Offensiva di primavera del 1916.
Quello che oggi resta è una struttura fortemente danneggiata dai bombardamenti italiani durante la guerra, ma soprattutto dalle demolizioni effettuate nel 1936 per il recupero delle putrelle d'acciaio contenute nella struttura. Per questo motivo è da considerare assolutamente pericolosa ogni esplorazione interna del forte.
Costruito tra il 1911 e il 1914 era servito da una strada militare di circa 7 km che saliva dal paese di Serrada –ancora oggi percorribile a piedi o in MTB – e armato con obici da 100 mm in cupola corazzata girevole e con 22 postazioni per mitragliatrice oltre a un osservatorio corazzato e un potente riflettore.
Era diviso in tre blocchi separati con una prima sezione dedicata agli alloggi e ai servizi logistici. Una galleria di 65 metri la collegava a un secondo blocco dotato di cupole corazzate e di un osservatorio. L'ultima parte comunicava con le altre attraverso un tunnel formato da 200 gradini ed ospitava le postazioni per mitragliatrici e cannoncini da 70 mm.
Per confondere il tiro italiano erano state posizionate lamiere e finte cupole sul lato rivolto verso Fondo Piccolo.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Poco prima di giungere a Passo Coe lasciate i mezzi in un parcheggio sulla destra all'altezza del bivio che porta al rifugio Camini. L'itinerario punta verso Baita Tonda e Dosso della Martinella.
Subito si nota una chiesetta di recente costruzione dedicata ai caduti delle guerre dal Settecento a oggi. Merita una visita perché sorge in luoghi che furono teatro di aspri scontri tra il maggio 1915 e il maggio 1916; al suo interno una croce e tre busti in legno, realizzati dai maestri della val Gardena, raffigurano gli Schützen caduti tra il 1700 e il 1914, i Kaiserjäger caduti tra il 1914 e il 1918 e, infine, i caduti di tutti i corpi dal 1940 al 1945 sintetizzati nella figura di un alpino.
In breve si giunge al Dosso della Cargadore (1590 m) dove la vista che si apre sulla valle di Terragnolo, il passo della Borcola, il gruppo del Pasubio e il Col Santo. Si prosegue seguendo il segnavia 136 che in circa 30 min conduce al forte tra brevi saliscendi. Il forte appare all’improvviso, in quanto la costruzione si adatta all'orografia del monte e da questo lato è quasi invisibile. Numerosi crateri di esplosioni segnano il paesaggio.
Una volta visitato il forte dall'esterno si può proseguire attraversando un'ampia area erbosa in direzione del rifugio baita Tonda. Dopo una pausa presso il rifugio, si torna indietro e dopo circa 300 m si incontra la stradina (collegamento sciistico) che scende dolcemente a Fondo Piccolo, dove attraversato l'ampio piazzale antistante due alberghi, si torna alla chiesetta e al parcheggio risalendo per un tratto le piste da sci.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
A. Zandonati, Passo Coe 1915-1916: la Grande Guerra sugli Altipiani, Panorama, Trento, 2004
F. Larcher, Folgaria Magnifica Comunità, Comune di Folgaria, 1995
T. Liber, Ugo Leitempergher, (a cura di), 1914-1918, La Grande Guerra sugli Altipiani, Gino Rossato editore, Vicenza, 1988
A. Forrer, Guida lungo la fronte austroungarica e italiana sugli altipiani di Folgaria Lavarone Luserna e Tonezza del Cimone, Ed. Manfrini, Rovereto, 2003
F. Larcher, Folgaria, Lavarone, Luserna: Guida agli Altipiani trentini, Euroedit, Trento, 2008


Gallery