Il Giro del Colbricon vi porta direttamente nella guerra di montagna con manufatti, cittadine militari, caverne. Osservandovi attorno potete cercare di intuire cosa significasse combattere in queste condizioni ambientali. Su queste cime si ricorse spesso alla baionetta e all'uso delle mine. Dopo una relativa tranquillità il fronte si accese nel luglio 1916 con un poderoso attacco italiano che – grazie pare anche alle indicazioni della guida alpina del Primiero Michele Bettega – portò alla conquista di cima Cavallazza, del passo Colbricon e della cima del Colbricon orientale. Ardite azioni con corde e scale pochi mesi dopo, permettono agli italiani di prendere a ottobre la cima del Colbricon occidentale.
Col 1917 si ricorse alla guerra di mine. In aprile è italiana la prima mina a brillare. Ne seguono altre due mentre gli austriaci rispondono con azioni di sorpresa e fulminei colpi di mano.
Nonostante le vittime e la caduta di interi pezzi di montagna, le posizioni non mutarono fino all'ottobre 1917 quando, a seguito della disfatta di Caporetto, l'esercito italiano si ritirò in pianura.
Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.
ITINERARIO
Raggiungete passo Rolle dal Primiero o dalla val di Fiemme. Poco sotto il passo sul versante occidentale trovate malga Rolle dove è possibile lasciare i mezzi. Imboccate sul lato opposto della strada il sentiero 348 che in circa 30 minuti vi conduce fino ai laghi di Colbricon. Un itinerario in questa prima parte molto suggestivo e adatto a tutti.
Dai laghi di Colbricon si può accedere a varie destinazioni, tutte importanti per gli eventi della Grande Guerra.
Aggirate il lago superiore e percorrete il sentiero 349 in direzione forcella Ceremana. Giungete così ai 1908 metri del passo Colbricon e cominciate a salire decisamente di quota in un ambiente solitario e d'alta montagna fino a una prima insellatura dove sono già visibili resti di insediamenti militari. Le pendenze diventano più dolci. Alla vostra destra trovate il Colbricon piccolo e alla sinistra il Colbricon con le due cime: quella orientale e quella occidentale.
Seguite i tradizionali segnali bianco-rossi e, in alternativa, gli omini di pietre fino ai 2420 della forcella Colbricon. Qui l'escursionista esperto può puntare alla cima del Colbricon orientale raggiungibile superando facili passaggi di primo grado.
Proseguire nel giro ad anello che sale a forcella Ceremana (2426 m) tra vallette, grossi massi e numerosi resti di postazioni austriache. Un canalino viene superato con una scaletta di 8-10 metri che è aggirabile, solo in assenza di neve, tenendosi più bassi.
In prossimità della forcella Ceremana si incontrano anche facili tratti attrezzati e si scopre un vero e proprio villaggio militare austriaco.
Dalla forcella il sentiero 349 porta al bivacco Aldo Moro e alla “Translagorai” mentre l'itinerario vira a sinistra scendendo ripidamente per un vallone detritico che porta a Punta Ces, dove arriva un impianto di risalita aperto anche d'estate e ottimo punto d'appoggio in caso di maltempo.
Scendendo lungo la pista da sci si incrocia il segnavia 348 che porta in poco tempo al passo di Colbricon da dove seguire i passi dell'andata fino a malga Rolle.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Adone Bettega, Grande Guerra in valle di Fiemme-Fassa e Biois, Gino Rossato 2010
Fabio Donetto, Lagorai: nel cuore selvaggio del Trentino, Zanetti, Treviso 2004
Giuseppe Borziello, Escursioni. Lagorai, Itinerari fuori porta, Cierre, Sommacampagna (Vr) 2004
Heinz von Lichem, La Guerra in Montagna 1915-1918. Il Fronte Dolomitico, Athesia, Bolzano 1993
Paolo Bonetti, Paolo Lazzarin, 55 Sentieri di pace. Itinerari sul fronte delle Dolomiti, Pasubio e Altipiani, Grappa, Zanichelli 1999