Il vasto altipiano erboso della Campagnaccia sovrasta il passo San Pellegrino. Oggi viene utilizzato come pascolo estivo e per lo sci in inverno, ma per tutta la durata della guerra questa vasta prateria fu “terra di nessuno” e fu tenuta costantemente sotto tiro dalla prima linea austro- ungarica che si snodava sulle cime sovrastanti (punta Alochet, passo Le Selle, catena di Costabella).
Il 18 giugno 1915 i soldati italiani occuparono i due modesti rilievi di Sas dal Musc e Colifon che delimitano la Campagnaccia verso sud: qui crearono due avamposti in caverne, collegati alle retrovie con lunghe trincee e mulattiere nascoste. Da qui era possibile controllare le creste di Costabella dove si concentrarono i principali scontri tra i due eserciti. In particolare merita di essere ricordata la battaglia del marzo 1917 per il possesso di cima Costabella, nella quale si registrarono molte perdite.
Le postazioni di Sas dal Musc e Colifon furono mantenute dagli italiani fino al novembre 1917, quando tutto il fronte dolomitico fu abbandonato, in seguito ai fatti di Caporetto. Oggi, lungo la catena montuosa Monzoni-Costabella, rimangono molte tracce della permanenza dei due eserciti che è possibile ammirare percorrendo due vie attrezzate che richiedono preparazione ed attrezzatura adeguata: l’alta via Creste di Costabella “Bepi Zac” e l’alta via dei Monzoni dedicata a Bruno Federspiel. Tutto l’insieme è stato riscoperto e reso nuovamente visitabile grazie ai volontari dell’associazione storica “Sul fronte dei ricordi” molto attiva nella zona e presente con un piccolo museo a Someda, frazione di Moena.
Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.
ITINERARIO
La zona della Campagnaccia si raggiunge facilmente da passo San Pellegrino utilizzando la seggiovia “Costabella”. All’arrivo si imbocca la mulattiera verso il passo Le Selle e si prosegue per circa 1 km; a questo punto si abbandona la strada per inoltrarsi sui pascoli pianeggianti, dove la segnaletica indica le trincee e le postazioni italiane. Seguendo
le indicazioni si raggiunge in poco tempo il Colifon dove, muniti di torcia, è possibile inoltrarsi nelle gallerie munite di feritoie che offrono uno splendido panorama sulla valle di San Pellegrino.
Da qui si prosegue verso ovest scendendo dolcemente verso il secondo avamposto italiano di Sas dal Musc, da dove una mulattiera, ripida ma ben tenuta, scende a passo San Pellegrino, costeggiando altre caverne e piazzole italiane. L’intera escursione si compie in circa 3 ore di cammino.