Questo itinerario è estremamente interessante dal punto di vista storico perché ci permette di avvicinarci a numerose testimonianze di guerra con trinceramenti e punti di osservazione, di scoprire le ardite soluzioni ingegneristiche adottate dai genieri e anche alcuni lati poco noti della Prima guerra mondiale come il destino delle popolazioni trentine, il clima politico, le idee e la scelta degli irredentisti di militare nell'esercito italiano.
Proprio qui, infatti, su monte Corno furono catturati i trentini Cesare Battisti e Fabio Filzi poi condannati a morte dalle autorità militari austriache per impiccagione al Castello del Buonconsiglio in quanto traditori. Non a caso quindi monte Corno ha poi mutato nome in Corno Battisti.
Gli imperiali avevano saputo da prigionieri (o disertori) della presenza di Battisti. Quando al secondo attacco del monte Corno nella notte tra il 9 e 10 luglio gli italiani riuscirono nell'impresa di conquistare la cima, le truppe austriache reagirono con una imponente azione di fuoco e con un attacco in massa l'indomani che fece cadere monte Corno e portò Battisti nelle loro mani.
Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.
ITINERARIO
Da Rovereto (piazza Podestà) si percorre in macchina la statale 46 per la Vallarsa e Vicenza lasciandola dopo alcuni km per Trambileno, Giazzera e il rifugio Lancia. Superata la frazione di Giazzera la strada si fa stretta e si arriva in breve alla piana di malga Cheserle, dove è possibile parcheggiare l’auto. Subito ci si imbatte nei resti di un cimitero austro-ungarico.
Dal pianoro di malga Cheserle si prosegue a piedi lungo il segnavia 119 per Malga Monticello. Alla stanga che sbarra la comoda si prende il sentiero 119 B lasciando il 119 che invece è prosegue per Pozzacchio di Trambileno. In 10 minuti si incrocia malga Buse e in mezz’ora si giunge al monte Spil dove il panorama si apre sul Col Santo, il monte Zugna e il gruppo delle Piccole Dolomiti.
Il sentiero incrocia belle baite private e declina al valico del Menderle (1679 m) dove sale il sentiero che proviene da Tezze-Valmorbia (segnavia n. 622).
Dal Valico del Menderle si giunge comodamente (circa 25 min) alla Selletta Battisti (1740 m) dove due cippi ricordano la cattura di Cesare Battisti e Fabio Filzi il 10 luglio del 1916 mentre un altare con croce e alcuni cimeli di guerra e una lapide sono dedicati al sottotenente degli alpini Luigi Casonato, che cadde nel tentativo di conquista del Corno.
In pochi minuti cammino si giunge sulle vetta del Corno Battisti, tra resti di postazioni e di trincee: la parete che domina la Vallarsa è strapiombante.
Tra la Selletta Battisti e la cima del monte Corno si incrocia la partenza del sentiero attrezzato Franco Galli che è interessante ridiscendere per un breve tratto – se esperti - per scoprire il Pozzo della Carrucola, la prima di un’ingegnosa serie di gallerie costruite nelle viscere della montagna.
Una volta tornati alla Selletta Battisti, si prende il sentiero 122 in direzione della Bocchetta Foxi (1720 m) con la possibilità di proseguire per la Bocchetta delle Corde e il rifugio Vincenzo Lancia (1 ora di cammino) oppure tornare direttamente al parcheggio seguendo il segnavia 122 attraverso i pascoli di Malga Zocchi e lungo un dolce pendio in mezzo al bosco.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Claudio Gattera, Carlo Calenco, Giovanni Menotti, Cesare Battisti e Fabio Filzi, Ultimo atto: la verità sull’attacco al Corno di Vallarsa, Rossato, Valdagno (Vicenza), 2008.
- Marcello Maltauro, Corno Battisti, “occhio” del Pasubio sulla Vallarsa: la cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi, Rossato, Valdagno (Vicenza), 1996.
- Stefano Biguzzi, Cesare Battisti, Utet, Torino, 2008.
- Comprensorio della Vallagarina, Comune di Vallarsa, Comune di Trambileno, Comune di Terragnolo, Itinerari sul Pasubio e nelle Valli del Leno, Ed. Manfrini, Rovereto, 2002.