Monumenti. Conoscenza, restauro, valorizzazione 2003-2008
a cura di Michela Cunaccia, Morena Dallemule e Cecilia Betti
Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i Beni architettonici, 2013, 364 pp
E’ un volume di grande formato e riccamente illustrato quello pubblicato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della Provincia di Trento guidata da Sandro Flaim. Un compendio del lavoro svolto tra gli anni 2003 e 2008 di catalogazione, tutela, restauro e valorizzazione dei tanti “monumenti” culturali - tra ville, parchi e giardini, chiese, cimiteri, palazzi, castelli e fortificazioni- che si trovano sul territorio provinciale. Uno dei capitoli è dedicato ai “Segni della Grande Guerra”. In vista del Centenario, i saggi di Nicola Fontana e Marica Piva tratteggiano il quadro storico-culturale d’insieme del sistema fortificato austro-ungarico trentino e riassumono il fronte degli interventi di recupero previsti nel “Progetto Grande Guerra”.
“Con questa pubblicazione - sottolinea il soprintendente Flaim nell’introduzione - si auspica che, scorrendo una relazione di restauro o l’esposizione di un’iniziativa, si possa cogliere tra le righe l’impegno delle numerose persone coinvolte, che permette ogni giorno di trasformare la ‘tutela’, la ‘conservazione’ e la ‘valorizzazione’ da disposizioni di un testo normativo in azioni concrete a salvaguardia del patrimonio culturale”. E’ già in corso la redazione di un secondo volume che verrà pubblicato nel 2014 con la descrizione degli interventi di restauro dal 2008 al 2013.
Chi fosse interessato alla pubblicazione può rivolgersi a:
Soprintendenza per i Beni architettonici, via S. Marco 27 – Trento, 0461/496616 sopr.architettonici@provincia.tn.it
Archeologia della Grande Guerra,
a cura di F. Nicolis, G. Ciurletti, A. De Guio, Atti del convegno internazionale di Luserna del 2006, Provincia di Trento e Centro documentazione di Luserna, 2012, 342 pp
“Archeologia della Grande Guerra” raccoglie gli atti del convegno internazionale svoltosi al Centro di documentazione di Luserna nel giugno 2006 e promosso dalla Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento. Al convegno hanno partecipato studiosi italiani, austriaci, inglesi, francesi, belgi e sloveni. Con il termine Archeologia della Grande Guerra - disciplina che da una ventina d’anni ha raggiunto apprezzabili risultati in diversi Paesi europei ma che in Italia è ancora ai primi passi - si intende quell’insieme di rigorose metodologie di scavo, le stesse che si applicano alle indagini dei siti preistorici, che hanno come scopo la ricostruzione delle vicende belliche “minori” tesa alla scoperta e studio dei baraccamenti e degli apprestamenti militari come all’individuazione delle salme, sepolte, dei soldati che hanno partecipato al conflitto. Due gli obiettivi che si è posto il convegno. Innanzitutto l’individuazione di precise e codificate modalità di recupero dei materiali in alta quota, ormai sempre più frequenti a causa del progressivo ritiro dei ghiacciai. Dall’altra, il corretto comportamento verso le salme eventualmente individuate e recuperate. Il convegno di Luserna ha rappresentato uno dei tasselli di carattere scientifico del più ampio Progetto Grande Guerra promosso dalla Provincia di Trento che ha l’obiettivo di promuovere l’individuazione, il recupero, il censimento, la catalogazione, la manutenzione, il restauro e la valorizzazione dei beni relativi alla Prima guerra mondiale che si trovano sul territorio provinciale. “Archeologia della Grande Guerra” è in vendita allo Spazio archeologico del Sass a Trento, al Museo Retico di Sanzeno in val di Non e alla libreria Disertori di Trento.
Costruire un nemico, Studi di storia della propaganda di Guerra
a cura di Nicola Labanca e Camillo Zadra, Edizioni Unicopli, Bologna 2011, 244 pp
Il volume riporta gli atti del convegno organizzato nel 2009 a Rovereto dal Museo Storico Italiano della Guerra e dal Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico Militari.
Nell’introduzione Nicola Labanca e Camillo Zadra delineano un quadro sullo stato degli studi e rilevano un sostanziale ritardo della storiografia italiana rispetto ad altre realtà d’oltre confine.
Il volume è suddiviso in tre sezioni: nella prima, la più corposa, l’attenzione è rivolta al ruolo della propaganda nella Grande Guerra. Anne Morelli rileva che “tutti gli argomenti della propaganda, anche di quella odierna, risalgono alla Prima guerra mondiale”; la studiosa francese individua i dieci “comandamenti” che regolano il funzionamento della propaganda nella Grande Guerra e conclude che, se anche le organizzazioni e i mass media hanno conosciuto un’evoluzione spettacolare, le “tecniche” della propaganda sono rimaste sostanzialmente inalterate fino ad oggi. Angelo Ventrone indaga il ruolo della propaganda in Italia e vede in essa l’espressione della “nuova politica” nella moderna società di massa; Marco Mondini analizza l’evoluzione dell’organizzazione militare e lo sviluppo delle strutture preposte ai servizi informativi, concentrandosi sulla propaganda contro il nemico nell’Italia della Grande Guerra. Chiudono la sezione i saggi di Oswald Überegger (Propaganda nella Monarchia asburgica contro l’Italia), di Daniela Rossini (Propaganda statunitense in Italia) e di Giovanna Cigliano (L’immagine del nemico nella propaganda russa).
Nella seconda sezione del libro è studiato il ruolo della propaganda nel contesto delle ideologie totalitarie del dopoguerra; Maria Ferretti indaga le origini del sistema sovietico di propaganda inteso come “strumento di primo piano del progetto bolscevico per trasformare l’antica Russia, arcaica e contadina, in una moderna società socialista”. Patrizia Ferrari traccia un ideale filo rosso tra la propaganda durante la Grande Guerra e la sua evoluzione negli anni del Regime: continuità ma con aspetti di novità poiché se durante la Prima guerra mondiale la propaganda aveva operato in condizioni di emergenza ed eccezionalità (specialmente dopo Caporetto) col fascismo la propaganda si erge a “sistema”, attraverso la creazione del Ministero della Cultura Popolare. Marco Fincardi parte dagli anni del fascismo e arriva alla Seconda guerra mondiale, analizzando gli entusiasmi, prima, e il disincanto, poi, degli italiani plasmati e ingannati dalla “Battaglia della Propaganda aerea”.
Nell’ultima sezione, intitolata “Ancora Oggi”, Rossella Rega sottolinea come nelle odierne guerre globali la logica della comunicazione sia direttamente intrecciata alla strategia e alla conduzione dell’attività bellica. Nicola Fontana, archivista del Museo della Guerra, descrive il “Fondo Propaganda”, donato al Museo di Rovereto nel 1922 del colonnello Tullio Marchetti.
Turisti di truppa. Vacanze, nazionalismo e potere
a cura di Claudio Ambrosi e Michael Wedekind, Fondazione Museo storico del Trentino, 2012, 206 pp
Il volume curato da Claudio Ambrosi, della Biblioteca della Sat a Trento, e da Michael Wedekind, docente di storia contemporanea all’Università di Vienna, analizza, seguendo un filone di ricerca al quale solo negli ultimi anni la storiografia internazionale ha rivolto particolare attenzione, il fenomeno del “turismo spinto e guidato da motivazioni politiche”. I diversi contributi indagano forme e sviluppi, moventi, intenti e forze in campo di una tendenza che, a cavallo tra Otto e Novecento, ma ancor più dagli anni Venti agli anni Ottanta del secolo scorso, assume dimensioni di massa in particolare sulla spinta dei nazionalismi e dei regimi totalitari. Impegnati, gli uni e gli altri, a fare in modo che “la pratica sociale del turismo – sottolineano i curatori – [contribuisse] all’interiorizzazione di identità, all’interpretazione, se non conquista, della patria; un processo che mirava alla presa di coscienza, all’organizzazione collettiva di sentimenti e lealtà di gruppo”. In questa chiave vanno letti i saggi presentati. Da quello sul nazionalismo e il turismo prima della Grande Guerra (“Turisti per cosa?”) di Wedekind e Davide Bagnaresi, docente di storia del turismo all’università di Bologna, a “Italiani di carta: la pre-annessione del Trentino ad opera del Touring club italiano” di Ambrosi. Gli altri saggi si occupano di grandi alberghi e nazionalismo sulla Mendola tra il 1880 e il 1930 (Maurizio Visintin, studioso dell’Alto Adige), della costituzione di un’identità nazionale austriaca nella letteratura turistica dal 1918 al 1938 (Corinna Peniston-Bird dell’università di Lancaster) e dell’Opera nazionale dopolavoro “tra turismo di massa e gestione quotidiana del tempo libero” ma anche in rapporto all’organizzazione nazista Kraft durch Freude. Questi due ultimi contributi sono opera, rispettivamente, di Irene Guerrini, bibliotecaria dell’Università di Genova, e Marco Pluviano, autore di diverse ricerche sulla Grande Guerra, il fascismo e la Seconda guerra mondiale.
“Qualcosa di immane”. L’arte e la Grande Guerra
Massimo Libardi, Fernando Orlandi e Maurizio Scudiero, Silvy Edizioni, Scurelle (TN) 2012, 289 pp
Tra i molti modi in cui si può definire la Grande Guerra vi è anche “la guerra delle avanguardie”. Il periodo che ne precede lo scoppio vede il radicale mutamento dello statuto sociale degli artisti e apre l’epoca dei movimenti organizzati e dei manifesti. Espressionismo, Cubismo, Futurismo, Vorticismo, e la complessa galassia delle avanguardie russe definiscono le proprie poetiche prima del 1914 e in questa stagione hanno le proprie radici Dadaismo e Surrealismo.
Molti degli esponenti delle avanguardie si arruolarono entusiasticamente e molti di loro caddero nelle trincee della vecchia Europa. Ma soprattutto dipinsero e raccontarono la guerra con i linguaggi delle arti figurative, dando luogo a una produzione artistica che non ha l’eguale in nessun altro conflitto.
“Qualcosa di immane” racconta la Grande Guerra attraverso un imponente apparato iconografico. Il punto di partenza sono i pittori che in qualche modo hanno presagito e raffigurato l’apocalisse che si stava preparando. Sezioni specifiche riguardano i futuristi italiani, l’avanguardia russa e il corpo dei Kriegsmaler. Infine una serie di blocchi tematici: i ritratti e gli autoritratti, la vita al fronte, le trincee e i combattimenti, i paesaggi, i feriti, i prigionieri e i profughi.
Il volume, è curato da Massimo Libardi, Fernando Orlandi e Maurizio Scudiero. I primi due hanno anche organizzato la mostra “Kriegsmaler: Pittori al Fronte nella Grande Guerra”. Scudiero, noto critico d’arte, ha curato molte mostre e volumi, soprattutto sul Futurismo e Fortunato Depero. Oltre a loro contributi, nel libro sono ospitati lavori di Nicoletta Dacrema, Antonella Gargano e Floarea Virban.
Rilegato, di grande formato (24 x 30 cm), in “Qualcosa di immane”, oltre ai saggi, sono riprodotte 324 opere d’arte.
Il saggio introduttivo L’apocalisse del moderno: le trasformazioni culturali della Grande guerra, si può scaricare gratuitamente al seguente indirizzo: http://www.silvyedizioni.com/pdf/pdf4fb53f0599204.pdf
Ritorno in Galizia. Diario di viaggio, appunti, schede storiche, racconti e poesie
Testi di Mauro Neri, Gianluigi Fait e Arianna Tamburini, A cura dell'Ufficio Stampa della Provincia Autonoma di Trento, Centro stampa e duplicazione PAT, 2011, 154 pp
Il libro documenta il viaggio di centosessanta trentini che nella primavera del 2011 si sono recati in Galizia, sulle tracce dei caduti trentini sepolti nei cimiteri austro-ungarici della Prima guerra mondiale. Una pubblicazione preziosa, che fornisce cenni storici per inquadrare le vicende belliche sul fronte orientale e schede tematiche su alcuni cimiteri di guerra (dei circa 400 complessivi) visitati dalla delegazione trentina. Oltre ad informazioni storiche, il libro contiene numerose fotografie e pagine ricche di emozioni e riflessioni emerse durante il viaggio.
Lo storico Gianluigi Fait ricostruisce i momenti salienti dell’esperienza dei soldati trentini sul fronte orientale: il loro inquadramento nell’esercito imperiale, i giorni della mobilitazione, il lungo viaggio verso est, gli anni di guerra.
Arianna Tamburini propone schede tematiche sui cimiteri di guerra visitati durante il viaggio; ogni scheda sui “Giardini della Pace” è accompagnata da fotografie e dalle riflessioni e annotazioni riportate da Mauro Neri.
Chiude il libro il racconto di Mauro Neri "L’armonica d’argento". Il protagonista è un bambino di Luserna che assiste ad alcuni tra i momenti più drammatici della guerra sul fronte trentino: il bombardamento del Forte Campo di Luserna nel maggio del '15, l’esecuzione di Cesare Battisti nel luglio dell’anno successivo, i campi profughi di Braunau nell’aprile del ’17 e infine la Trento divenuta italiana a fine ostilità.
La pubblicazione è accompagnata da un DVD (43 min) con una cronaca dei giorni di visita, degli incontri e degli scambi con le popolazioni e le autorità locali.