Punta Linke | Val di Pejo

Lavori a Punta Linke

Punta Linke, nel gruppo Ortles–Cevedale, con i suoi 3632 metri di altitudine, durante la Grande Guerra fu una delle postazioni austro-ungariche più alte e più significative sul piano logistico dell’intero fronte. Dotata di un doppio impianto teleferico era collegata da una parte al fondovalle di Pejo e dall’altra al “Coston delle barache brusade” verso il Palon de la Mare, nel cuore del ghiacciaio dei Forni; il vicino Rifugio Vioz era sede del comando di settore.

Con la fine della guerra, come altri siti d’alta quota del Trentino, Punta Linke venne abbandonata dalle truppe che vi erano di stanza ma il ghiaccio e le particolari condizioni atmosferiche hanno conservato l’intero sistema di apprestamenti allo stato originale fino ai giorni nostri.
Grazie ai recenti interventi di recupero volti a preservare l’integrità del sito, è stato possibile raccogliere dati straordinari sull’esperienza della guerra in alta montagna e restituirli al pubblico attraverso un eccezionale allestimento museale in quota che aprirà nel mese di luglio 2014 e sarà visitabile,  in compagnia di una guida.
 
Per informazioni:
dott. Franco Nicolis, Direttore Ufficio Beni archeologici Provincia autonoma di Trento
Tel. +39 0461 492173
franco.nicolis@provincia.tn.it
 
Maurizio Vicenzi, Direttore del Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta”
Tel. +39 348 7400942
museopejo@virgilio.it
 
L’ALLESTIMENTO MUSEALE
Per permettere la visita al sito sia all’esterno che all’interno, il percorso è stato attrezzato per garantirne agevolmente l’accesso. In corrispondenza dell’ingresso principale, sul versante occidentale, è stato realizzato un terrazzino con parapetto.
Oltre al recupero delle strutture e alla ricollocazione dei reperti negli ambienti interni, il percorso di visita è stato completato con il recupero filologico della palificata telefonica che serviva la stazione di Punta Linke, testimonianza storica e insieme linea guida per l’orientamento in caso di scarsa visibilità nell’insidioso attraversamento del ghiacciaio della pala del Vioz.
Le attività di recupero sono state documentate con riprese cinematografiche dal filmaker Paolo Chiodarelli che sta curando, per conto della Soprintendenza, la realizzazione di un documentario prossimamente disponibile.
 

Per tutti i dettagli del progetto, vedi i documenti allegati.


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