La tregua di Natale
di Alessandro Chebat
Il giorno di Natale del 1914 si compģ un miracolo: nelle Fiandre migliaia di soldati nemici deposero le armi e si scambiarono gli auguri. Fu l’ultimo lampo di umanitą prima che gli orrori della Grande Guerra mettessero da parte ogni fratellanza.
Con la fine della prima battaglia di Ypres cessavano le operazioni del 1914 sul fronte occidentale. Nei primi mesi di guerra si contavano già un milione circa fra morti, feriti e dispersi. La violenza degli scontri faceva della guerra in corso la più grande ecatombe della storia. Le perdite subite fino a quel momento superavano di gran lunga quelle registrate nei conflitti precedenti. Oltre settecento chilometri di trincee e capisaldi, dal mare del Nord alle Alpi, dividevano gli eserciti francese e inglese da quello tedesco. Ad accrescere odio e sfiducia reciproci contribuiva la massiccia propaganda volta a presentare i nemici sotto la peggior luce possibile. In tale contesto difficilmente poteva nascere una qualsiasi tregua o addirittura un pacifico scambio di auguri tra nemici.
Sul fronte delle Fiandre, devastato dalle battaglie della “Corsa al mare”, le truppe inglesi fronteggiavano quelle tedesche. Il 24 dicembre 1914 nulla lasciava presagire quello che sarebbe successo. Tra i combattenti inglesi di Ypres era ben diffuso il ricordo di alcuni tedeschi che avevano finto di arrendersi al solo scopo di trascinare un drappello di soldati britannici in un’imboscata: decine di tommys erano caduti falciati dalle mitragliatrici. Tuttavia il giorno della Vigilia accadde una vicenda che ha dell’incredibile: da una trincea all’altra i soldati iniziarono ad intonare canti natalizi scambiandosi gli auguri. Alcuni soldati tedeschi accesero delle candele sui parapetti delle trincee e addobbarono un albero di Natale. Un soldato inglese così descrisse la scena: “like the footlights of a theater”. Dalla trincea tedesca apparve un cartello che riportava la scritta .“We not shoot, you not shoot”. In quei giorni le armi tacquero e nelle Fiandre così come in altri settori improvvisamente “scoppiò la pace”.
Tale tregua inizialmente fu intesa come un pretesto per recuperare i corpi dei compagni caduti nella “terra di nessuno”, tuttavia ben presto dai semplici auguri si passò a vere e proprie cerimonie collettive e a scambi di doni. Molte lettere parlano addirittura di una partita a pallone tra sassoni e scozzesi svoltasi nel pomeriggio del 25 dicembre nella terra di nessuno tra Basseville e St. Yvon. Oltre alla corrispondenza ad attestare la diffusione della tregua giungono diverse fotografie nella terra di nessuno che ritraggono soldati inglesi e tedeschi in gruppo; le più famose furono scattate dal fuciliere Turner dei London’s Rifle. Il giorno successivo diversi soldati dei Dublin Fusiliers incontrarono i tedeschi nella terra di nessuno sul “saliente” di Ypres. In diverse zone del fronte la tregua durò fino a Capodanno.
Più rari e meno documentati gli incontri tra francesi e tedeschi: la fraternité con i tedeschi era severamente punita dai comandanti e giudicata disonorevole. È inoltre probabile che tra i poilus, che per la seconda volta in meno di cinquant’anni vedevano il proprio paese invaso dai tedeschi, l’avversione e la diffidenza nei confronti del nemico fosse più forte rispetto alle truppe inglesi. La fraternizzazione tra soldati nemici fu invece pressoché assente sul fronte orientale, anche in ragione del fatto che l’impero zarista, utilizzando il vecchio calendario Giuliano, festeggiava Natale il 7 gennaio. Tuttavia diverse fonti parlano di una tregua di Pasqua nel 1916 tra russi e tedeschi.
I motivi che spinsero migliaia di uomini a smettere di combattersi prima e dopo il giorno di Natale sono svariati. Se da una parte risulta eccessivo affermare che tale tregua fu un tentativo portato avanti da persone comuni di mettere fine alla guerra, dall’altra risulta semplicistico ridurre tale evento ad un pretesto per rafforzare le proprie difese in vista della ripresa delle offensive in primavera. A favorire la tregua vi fu sicuramente l’iniziale idea che la guerra sarebbe terminata entro Natale. Comunque era ancora diffuso il convincimento di un rapido ritorno a casa entro i primi mesi del 1915. Fu lo stesso Kaiser Guglielmo II a far distribuire circa 100 mila alberi di natale ai soldati in trincea. Inoltre, la consapevolezza di condividere le stesse condizioni di vita spinse numerosi soldati nemici a fraternizzare: la guerra di trincea rappresentò una novità che ebbe un grande impatto psicologico sui combattenti di entrambi gli schieramenti. Infine occorre tenere conto come il conflitto in corso, pur nell’intensità degli scontri, non avesse ancora mostrato tutta la propria potenza distruttiva: i gas di Ypres, l’utilizzo massiccio delle artiglierie pesanti e gli scenari lunari dei campi di Passchendaele e Verdun non avevano ancora fatto la loro comparsa al fronte, lasciando ancora tra le file dei soldati spazio per l’umanità e la fratellanza.
La reazione dei comandi a queste tregue spontanea fu varia. I tedeschi fecero in modo di tenere impiegata la truppa in attività d’addestramento o nella manutenzione di armi e trincee, mentre in campo inglese il generale John French ordinò che tale evento non si ripetesse più, facendo ruotare i reparti al fronte in modo che essi non fraternizzassero con il nemico. Un ulteriore espediente adottato dagli alti comandi per impedire nuove interruzioni dei combattimenti fu di bombardare le linee avversarie in occasione del periodo natalizio. Nel complesso le punizioni per la tregua di natale furono piuttosto blande, limitandosi a degradazioni di ufficiali e sottufficiali e incarichi di corvée per la truppa. Solo in rari casi si arrivò a processi e condanne severe come la fucilazione. Negli anni successivi vi furono altre tregue tuttavia di minore entità, sia a causa delle dure punizioni minacciate dagli alti comandi, sia per la recrudescenza del conflitto. Tuttavia il mito della tregua di Natale era oramai iniziato.
Testimonianze
La tregua di Natale: testimonianze tedesche e inglesi
Una testimonianza tedesca
Tenente Johannes Niemann, 133° Reggimento Sassone
Arrivammo per prendere in consegna le trincee sul fronte tra Frelinghien e Hauplines, dove il nostro reggimento e gli Scottish Seaforth Highlanders erano faccia a faccia.
Era una fredda notte stellata e gli scozzesi erano ad un centinaio di metri nelle loro trincee dove, come scoprimmo, stavano con le ginocchia nel fango. Il mio comandante di compagnia e io, approfittando di questo momento di inusuale calma, ci sedemmo attorno ad un albero di Natale nel nostro ricovero.
Improvvisamente, senza una ragione apparente, i nostri nemici iniziarono a sparare verso le nostre linee. I nostri soldati avevano messo dei piccoli alberi di Natale sopra le trincee e i nemici, vedendo le luci, pensavano che volessimo lanciare un attacco a sorpresa. Ma a mezzanotte tutto era di nuovo calmo.
La mattina dopo [...] un camerata entrò di corsa nel mio ricovero dicendomi che soldati tedeschi e scozzesi erano usciti dalle loro trincee fraternizzavano tra loro lungo la linea del fronte. Afferrai il mio binocolo e guardando con cautela, vidi l’incredibile scena dei nostri soldati che si stavano scambiando sigarette, grappa e cioccolata con il nemico. Più tardi comparve un soldato scozzese con un pallone da calcio e pochi minuti dopo si disputò una vera partita di calcio. [...] Non era molto facile giocare sul terreno congelato ma noi continuammo, attenendoci rigorosamente alle regole, nonostante fosse durata circa un’ora e non avessimo l’arbitro. Noi tedeschi gridammo quando una folata di vento rivelò che gli scozzesi non portavano le mutande sotto i loro Kilts, e fischiavamo e urlavamo ogni qualvolta intravedevamo degli scorci di un posteriore del nemico di ieri.
Dopo un’ora di gioco, quando il nostro ufficiale comandante venne a sapere ciò che stava accadendo, ordinò di smettere. Poco dopo ritornammo alle nostre trincee e la fraternizzazione finì. La partita era terminata con un risultato di tre goal a favore dei Fritz contro i Tommy.
La tregua di Natale un anno dopo
Secondo tenente J. D. Wyatt, Yorkshire Regiment 2° battaglione
30 dicembre 1915
Solita routine. Ancora niente guerra. Verso l’ora di pranzo un messaggio dei tedeschi arrivò attraverso le linee dicendo che il loro generale sarebbe arrivato tra di loro nel pomeriggio, e che sarebbe stato meglio per noi tenere bassa la testa, in quanto avrebbero dovuto sparare qualche colpo, così da far sembrare che le cose andassero bene!!! Questa è la guerra!!! Giunsero solo pochi colpi attorno alle 3:30 del pomeriggio.
Bibliografia
Lyn Macdonald, 1914-1918: Voices & Images of the Great War, Michael Joseph, London, 1988
Link
https://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/christmas_truce
http://www.lagrandeguerra.net/gglatreguadinatale.html
https://www.historicaleye.com/ww1/xmastruce.html
Letture
Michael Jürgs, La piccola pace nella Grande Guerra, Milano, il Saggiatore, 2006
Marc Bloch, La guerra e le false notizie (1914-1915), Roma, Donzelli, 2004
Stéphane Audoin-Rouzeau, Jean Jacques Becker, Antonio Gibelli, La prima guerra mondiale, Vol. 1, Torino, Einaudi, 2007
Marc Ferro, Frères de tranchées, Paris, Ferrin, 2005