Tavola

Tavola

Follie di guerra
 

«Così moriamo, così moriamo,
così moriamo ogni giorno
perché è così piacevole lasciarsi morire
solo ieri nel sonno e nel sogno
a mezzogiorno già defunti
di sera già in fondo alla tomba
[...]
Ti ringraziamo, ti ringraziamo

nobile imperatore per l'onore,
hai scelto noi per morire
dormi pure, dormi tranquillo
finché non ti sveglierà
il nostro povero corpo che l'erba ricopre»

Hugo Ball compose questa “Danza della morte”, declamata dalla moglie Emmy Hennings in un evento dadaista nel marzo 1917. Il movimento dadaista nacque nel febbraio 1916, quando Ball e Hennings aprirono il Cabaret Voltaire a Zurigo in Spiegelgasse 1. La duplice tensione, distruttiva da una parte, propositiva dall'altra, ha caratterizzato fin dall'inizio il movimento artistico nato nel pieno della guerra. In risposta agli eventi che stavano sconvolgendo il mondo, i dadaisti si servirono della follia, dell'umorismo, del rifiuto della ragione, dell'estrema libertà creativa e riuscirono a diffondere il loro atteggiamento in tutta Europa.

 

Alcuni dadaisti vissero in prima persona la follia della guerra: nel novembre 1914 si arruolò il tedesco Georg Ehrenfried Groß, che sei mesi dopo lasciò l’esercito per motivi di salute e nel 1916 cambiò nome in George Grosz; un altro dadaista tedesco, Helmut Franz Josef Herzfeld, cambiò nome in John Heartfield. L'adozione di nomi anglo-slavi rappresentò per loro una protesta contro il nazionalismo tedesco, confermata dalla loro iscrizione al Partito Comunista tedesco nel 1918. La loro repulsione nei confronti della catastrofe della guerra, della follia, è rappresentata nell'arte attraverso altre follie: è il modo in cui i dadaisti scelgono di sfidare il sistema.

 

Jean Arp scrisse: «Cercavamo un’arte elementare che curasse gli uomini dalla follia dell’epoca, un ordine nuovo che ribaltasse l’equilibrio tra il cielo e l’inferno».
 

I dadaisti adottarono la follia come atteggiamento etico verso la realtà brutale, per riscattare l'umanità dall'abisso della guerra in cui era caduta. L'azzeramento delle ideologie e dei valori avvenne attraverso un'arte folle, elementare, reazionaria, fuori da ogni regola borghese e capace di sfidare i molti -ismi vissuti nel secolo scorso.