La campagna dell’Africa Orientale Tedesca

di Alessandro Salvador

"Per poter guadagnare tutto dobbiamo rischiare tutto".
Paul von Lettow-Vorbeck, My reminiscenses of East Africa

Nel marzo del 1916, la Germania dichiarò guerra al Portogallo. Il paese lusitano era entrato nel conflitto verso la fine di febbraio, affiancandosi all’Intesa. Il contributo che il Portogallo diede al conflitto in Europa fu minimo, ma ebbe un significato importante per la colonia tedesca dell’Africa Orientale che, da quel momento, era ufficialmente circondata dal nemico
L’impero tedesco occupava, dal 1885, una porzione di territorio del continente africano corrispondente circa agli attuali Burundi, Ruanda e Tanzania. Allo scoppio della guerra, nel 1914, sembrava che il destino della colonia fosse segnato. Interamente circondata da colonie nemiche, escluso il Mozambico portoghese, la regione sotto il controllo tedesco fece appena in tempo a ricevere la notizia dell’entrata in guerra, quando i cavi telegrafici, che passavano per i territori britannici, furono tranciati. 
La guarnigione, comandata dal colonnello Paul Emil von Lettow-Vorbeck, rimase isolata e in condizioni di oggettiva inferiorità numerica e materiale rispetto alle truppe delle colonie circostanti. Allo scoppio della guerra c’erano circa 200 soldati europei e 2500 nativi a difendere l’Africa Orientale Tedesca. Gli equipaggiamenti erano in buona parte obsoleti, dato che i nativi potevano contare solo su vecchi moschetti a colpo singolo. Lettow-Vorbeck, comunque, disponeva di un po’ di artiglieria leggera e alcune mitragliatrici Maxim, oltre al vantaggio della grande conoscenza del territorio da parte delle truppe indigene. 
In linea teorica, le truppe coloniali non dovevano preoccuparsi delle conseguenze della guerra europea. Il trattato del Congo del 1885, infatti, prevedeva che le colonie sarebbero rimaste neutrali in caso di conflitto tra le rispettive patrie in Europa. Per questo motivo, anche i contingenti delle colonie inglesi non erano particolarmente nutriti. Nonostante queste premesse e le rassicurazioni provenute da parte dei governatori britannici in Africa, il 5 agosto 1914 il trattato fu violato con una aggressione che, dall’Uganda, colpì alcuni avamposti tedeschi sul lago Vittoria. Contemporaneamente, la marina britannica attaccò Dar es Salaam, capitale della colonia tedesca. 
In risposta all’attacco, Lettow-Vorbeck esautorò il governatore tedesco Schnee e iniziò ad organizzare i piani di difesa. Data l’impossibilità di ricevere rinforzi, a differenza dei britannici, il colonnello tedesco capì che la sua unica possibilità di vittoria risiedeva nell’impiego di truppe locali e nell’uso di tattiche di guerra non convenzionale. Le truppe di Lettow-Vorbeck iniziarono a compiere operazioni di razzia e di guerriglia nei confronti delle guarnigioni britanniche, anche nel loro territorio. Queste azioni portarono ad una serie di vittorie, coronate anche dalla cattura di materiale bellico.

La situazione dell’Africa Orientale era motivo di grande imbarazzo per l’esercito britannico, incapace di avere ragione delle truppe coloniali tedesche. La situazione sembrò cambiare nel 1916, con l’entrata in guerra del Portogallo, che aggiungeva il Mozambico al conflitto, e la creazione di un corpo di spedizione di circa 73.000 uomini, perlopiù africani, ma anche indiani, britannici e boeri, comandato dal generale J.C. Smuts. A queste truppe si aggiunsero un contingente belga ed uno portoghese. Le truppe britanniche e alleate lanciarono una serie di offensive da più direttrici, occupando diverse posizioni strategiche e la ferrovia che portava a Dar es Salaam. Le truppe di Lettow-Vorbeck, costrette nel settore meridionale della colonia, sfuggirono però allo scontro diretto. 
Da quel momento iniziò, per le forze dell’Intesa, un lungo logoramento. I tedeschi, con le loro truppe indigene, condussero una campagna di azioni di sabotaggio e razzia basata sulla grande mobilità e anche sull’abbandono, temporaneo, dei territori della colonia. Incursioni furono fatte nelle colonie britanniche e belghe e, nonostante l’impossibilità di ottenere una vittoria decisiva, il piccolo contingente, che contava ora circa 18.000 uomini, riuscì a sopravvivere. Dall’altra parte, i britannici moltiplicarono i loro sforzi ricorrendo a vaste risorse, rinforzi e un numero impressionante di ausiliari indigeni. 
Lo sfuggente manipolo di Lettow-Vorbeck arrivò praticamente imbattuto all’armistizio dell’undici novembre 1918. Due giorni dopo, i tedeschi occuparono Kasama, evacuata dai britannici. Il 23 novembre 1918, alla fine, Lettow-Vorbeck si arrese formalmente ai britannici e marciò su Abercorn. Ultimo residuo dell’Impero tedesco ad arrendersi, il piccolo contingente, che ebbe un picco di 30.000 effettivi, tenne impegnati per oltre quattro anni quasi un milione di uomini, tra soldati, marinai, burocrati e portatori. Il colonnello von Lettow-Vorbeck, promosso generale nel corso della campagna, ritornò in patria da eroe. 


Gallery

Cavalleria indiana e truppe ausiliarie scozzesi ritratte su una rivista tedesca dell'epoca [collezione privata di Piero Cavagna]
 Immagini di truppe coloniali nell'esercito britannico da una rivista tedesca dell'epoca [collezione privata di Piero Cavagna]

Biografia

Paul Emil von Lettow-Vorbeck

Ufficiale tedesco originario di una famiglia nobile e di lunga tradizione militare della Pomerania, Paul von Lettow-Vorbeck nacque il 20 marzo 1870 nella cittadina di Saarlouis, situata nell’odierno distretto della Saar. 
A undici anni, nel 1881, entrò nella scuola per cadetti di Potsdam, dove restò tre anni. Ottenne il suo diploma presso una seconda scuola, a Groß-Lichterfelde e, nel 1888, fece il suo ingresso, come allievo ufficiale, nel IV Reggimento guardie appiedate di Berlino. 
La sua carriera lo portò molto presto lontano dalla Germania. Già nel 1900, cinque anni dopo la sua nomina a tenente, partì per la Cina. Qui, presto servizio per quasi due anni come ufficiale ausiliario presso la prima Brigata di fanteria dell’Asia Orientale. In quelle vesti, partecipò alle operazioni dell’esercito tedesco per la repressione della rivolta dei Boxer e fu promosso a capitano. 
Tra il 1904 e il 1906 ricoprì l’incarico di primo aiutante presso lo stato maggiore di Lothar von Trotha, comandante delle forze di protezione dell’Africa Tedesca del Sud-Ovest, corrispondente all’attuale Namibia. Durante questo periodo di servizio prese parte, come comandante di compagnia, alle operazioni militari per la repressione delle rivolte degli Herero. Si trattò di un conflitto condotto con ogni mezzo da von Trotha e che portò a quello che, nel 1985, le Nazioni Unite dichiararono uno dei primi tentativi di genocidio del XX secolo. Lettow-Vorbeck, responsabile tattico di molte delle azioni tedesche, si distinse tuttavia per la sua ferma opposizione ai metodi di “guerra sporca” utilizzati dal suo comandante e per avere criticato aspramente la sua condotta criminale. 
All’inizio del 1906 venne ferito gravemente ad un occhio e, in seguito, rimpatriato in Germania per prestare servizio presso lo Stato maggiore generale dell’esercito imperiale tedesco. Nel 1907, dopo la promozione a Maggiore, prestò servizio presso il comando dell’XI Corpo d’Armata e del II Battaglione di Marina a Wilhelmshaven. 
La sua esperienza in Africa gli valse un ulteriore trasferimento operativo come comandante delle truppe di protezione tedesche in Camerun, dall’ottobre del 1913, col grado di Tenente colonnello. Tuttavia, fu inviato a sostituire il comandante delle forze tedesche nell’Africa Centro-Orientale Tedesca prima ancora di insediarsi ufficialmente. 
Fu quest’ultimo incarico a determinare la sua fama e il suo mito. Durante la prima guerra mondiale, infatti, Lettow-Vorbeck riuscì, forte solo di qualche centinaio di soldati tedeschi e non più di quindicimila soldati locali, i cosiddetti ascari, a tenere testa alle truppe dell’Intesa. 
La campagna dell’Africa Orientale Tedesca si concluse con le truppe di Lettow-Vorbeck imbattute sul campo che si arresero il 25 novembre 1918, quasi due settimane dopo la fine della guerra in Europa. 
Il suo rientro a Berlino, nel marzo del 1919, fu trionfale. Assieme ai 142 soldati tedeschi sopravvissuti, il Maggiore generale fu accolto in trionfo e, un mese dopo, prese il comando della Divisione di Marina inquadrata nel Corpo della Cavalleria di Guardia. 
Nella Germania post-bellica, caratterizzato da tumulti e tentativi rivoluzionari, Lettow-Vorbeck fu attivo nella lotta controrivoluzionaria e, al comando di alcuni Freikorps, partecipò al colpo di stato di Kapp, nel marzo 1920. 
Sospeso dal servizio dopo il rientro a Berlino del governo regolare, gli fu risparmiato il processo per alto tradimento per i suoi passati meriti e per il riconoscimento della sua buona fede. Non poté, però, riprendere servizio e fu congedato il 20 settembre del 1920. Gli fu consentito di mantenere il titolo di Tenente generale e di portare l’uniforme come ufficiale in pensione. 
Per tutto il periodo repubblicano mantenne un ruolo politico attivo, sia nella organizzazione degli ex-combattenti Stahlhelm, sia nel partito conservatore, la Deutschnationale Volkspartei, rivestendo il ruolo di deputato dal 1928 al 1930. Lasciò il partito, assieme ai conservatori moderati, nel 1930, in aperta opposizione con la deriva radicale che stava prendendo sotto la guida di Alfred Hugenberg. 
Importante e decisivo fu il suo ruolo pubblico nel diffondere il mito degli ascari e nel lottare per il loro diritto ad una pensione di guerra. 
Durante il periodo nazionalsocialista continuò a rivestire un ruolo pubblico importante, sempre mantenendosi fedele ai suoi principi conservatori e propagandando il mito delle truppe ascare. Per questo motivo era inviso all’ élite nazionalsocialista, incluso Josef Goebbels, ma al tempo stesso fu insignito del titolo di Generale di Fanteria da Adolf Hitler, nel 1938. Non aderì mai, nonostante le insistenze, al partito nazionalsocialista. 
Dopo la guerra Lettow-Vorbeck tornò in Africa, brevemente, nel 1953, dove incontrò almeno quattrocento ascari che organizzarono cerimonie in suo onore. Nonostante le sue opinioni critiche sulla decolonizzazione, basate sull’idea dell’immaturità politica dei popoli africani, e il suo sostegno all’apartheid in Sudafrica, il suo mito non venne compromesso. Alla sua morte, nel 1964, il governo federale tedesco organizzò la presenza di due reduci delle truppe coloniali che potessero rendere omaggio, assieme al picchetto d’onore della Bundeswehr, alle spoglie del loro comandante.  

Bibliografia

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Edward Paice, Tip and Run. The untold tragedy of the Great War in Africa, London, Weidenfeld & Nicolson 2007
Uwe Schulte-Varendorff, Kolonialheld für Kaiser und Führer. General Lettow-Vorbeck – Mythos und Wirklichkeit, Berlin, Ch. Links Verlag 2006
John C. Stratis, A Case study in leadership. Colonel Paul Emil von Lettow-Vorbeck, Springfield VA, NTIS 2002
Edwin Palmer Hoyt, Guerilla: Colonel Von Lettow-Vorbeck and Germany’s East African Empire, New York, Macmillan 1981

 


Link

http://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/schutztruppe_east_africa_southwest_africa_cameroon
https://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/lettow-vorbeck_paul_von
https://www.nam.ac.uk/explore/east-africa-campaign
https://www.bl.uk/world-war-one/articles/the-first-world-war-in-east-africa


Letture

Byron Farwell, The Great War in Africa, 1914 – 1918, Harmondsworth, Viking Press 1987
Edwin Pamer Hoyt, Guerilla: Colonel von Lettow-Vorbeck and Germany’s East African Empire, New York, McMillan 1981
Thomas Morlang, Askari und Fitafita “Farbige” Söldner in den deutschen Kolonien, Berlin, Links 2008
Michael Pesek, Das Ende eines Kolonialreiches. Ostafrika im Ersten Weltkrieg, Frankfurt a.M., Campus 2010
Hew Strachan, The First World War in Africa, Oxford University Press 2004